Intervista a Angela Morollo di Symantec

Come PR Manager di Symantec, Angela Morollo ha sponsorizzato due eventi GGD. Dunque molti di voi avranno già avuto modo di incontrarla!
Oggi proviamo a conoscerla meglio come professionista e come donna, per capire quali sono state le tappe del suo percorso professionale che l’hanno portata ad essere Consumer Public Relation Manager per l’Italia e i Paesi Iberici.

Angela Morollo

Angela Morollo

Che cosa significa essere Consumer Public Relation Manager in Symantec?

Occuparsi di pubbliche relazioni per un’azienda come Symantec significa avere ogni giorno l’agenda piena di impegni diversi, entrare in contatto con persone nuove e interessanti, viaggiare molto, stare al passo con i tempi - se non cercare di anticiparli -  per recepire gli ultimi trend e riuscire a posizionare l’azienda come una realtà innovativa. Il mio lavoro è stimolante e affascinante, mi regala moltissime soddisfazioni ma comporta anche grandi responsabilità.

Cosa comporta coordinare le attività di Comunicazione di Symantec in Italia e nei territori Iberici in termini di impegno professionale, culture diverse e gestione del tempo?

Gestire la comunicazione di tre Paesi è indubbiamente impegnativo per la mole di attività da gestire, il tempo che ognuna richiede e le competenze da applicare. E’ importantissimo saper tradurre e declinare i messaggi dell’headquarter di Symantec nei singoli mercati, tenendo conto delle caratteristiche e specificità di ognuno. Nonostante ogni Paese abbia un panorama media con struttura e abitudini differenti, non sono in difficoltà a lavorare con Spagna e Portogallo. La cultura iberica si avvicina molto a quella italiana.

Ormai moltissime persone trascorrono parecchio tempo utilizzando device tecnologici. Quali sono i pericoli cui andiamo incontro e come possiamo cercare di difenderci?

Il numero di dispositivi tecnologici che abbiamo in dotazione è infinito. PC portatili, telefonini e lettori Mp3 evoluti ci permettono di essere sempre connessi e fruire ovunque di contenuti digitali. Siamo però davvero sovraesposti, con il rischio di non riuscire a fermarsi a riflettere su nuove idee e trovare il tempo di provare a metterle in pratica.

Per quanto riguarda la sicurezza dei nostri device, purtroppo esistono minacce ogni giorno più specifiche e sofisticate. E’ importante proteggersi usando tecnologie complete ed efficaci e una buona dose di buon senso.

Quanta importanza riveste l’aggiornamento nella tua posizione professionale? Quali strumenti utilizzi per essere sempre aggiornata?

Ogni professione richiede un aggiornamento costante ed ogni professionista dovrebbe sentire la necessità di crescere come persona. Per me è fondamentale mantenersi al passo con i tempi. La sfida più stimolante è quella di essere aggiornata riguardo ai nuovi media e al nuovo modo di comunicare, che definirei assolutamente interattivo e non più one way come una volta. La mia fonte primaria di aggiornamento è il web, da cui traggo informazioni e spunti interessanti. Reputo importanti anche i seminari, dove è fondamentale quanto spiegato dal relatore ma anche e forse soprattutto lo scambio di idee e esperienze con i professionisti presenti.

Come eri cinque anni fa? Quali obiettivi ti poni per i prossimi cinque anni?

Oltre ad essere più giovane, circa cinque anni fa iniziava un nuovo capitolo della mia storia professionale: iniziavo infatti a lavorare in un’azienda dopo un’esperienza quasi decennale in agenzie di PR. Il cambiamento è stato entusiasmante. Riuscire a capire e adattarmi ai tanti processi e procedure che regolano una multinazionale ha rappresentato una sfida a volte non semplice ma di sicuro stimolante. Da quel giorno sono maturata molto, sia professionalmente sia personalmente, e spero che i prossimi 5 anni siano ugualmente ricchi di soddisfazioni e opportunità.

Quali sono i tuoi punti di forza? E i margini di miglioramento?

Sicuramente la curiosità e la tenacia sono due caratteristiche che mi hanno aiutato molto, oltre alla capacità di osservare e ascoltare, senza limitarmi semplicemente a guardare e a sentire. Dovrei migliorare la mia autostima, un pizzico in più non guasterebbe :)

Quali sono stati gli imprevisti principali durante il tuo percorso professionale? Come li hai superati?

Negli ultimi anni ho dovuto affrontare le evoluzioni che hanno riguardato sia la mia azienda, (acquisizioni, cambi al vertice, rivoluzione dei team di lavoro) sia il mercato (internet, e-commerce, social network). Ogni cambiamento ha rappresentato un’opportunità che ho affrontato con flessibilità e voglia di migliorare.

Sei soddisfatta della crescita che hai realizzato fin qui? Quali traguardi vorresti ancora raggiungere?

Oggi posso considerarmi molto soddisfatta. Non so cosa mi riserverà il futuro. Mi piacerebbe consolidare l’esperienza maturata fino ad oggi con un’esperienza di lavoro all’estero che mi permetterebbe di imparare e migliorarmi.

La tecnologia è sempre più presente nella nostra vita. Quali sono i tools, le applicazioni online, i device che usi maggiormente?

Nonostante lavori in un’azienda tecnologica, non mi definisco particolarmente “geek”. Non uso un PDA per non essere perseguitata dalle mail. Grazie al mio laptop posso comunque connettermi e lavorare ovunque. A casa la banda larga è fondamentale perché non posso vivere senza Internet: per informarmi leggendo i principali quotidiani online,  forum e blog (BBC news , Ansa.it, corriere.it, www.girlgeekdinnersitalia.com, il blog di Beppe Grillo); per fare la spesa con Esselunga, visto che abito al terzo piano senza ascensore; per l’home banking ed effettuare tutti i pagamenti, dalle tasse alle multe, dalle spese condominiali all’ecopass; per viaggiare, controllando le previsioni meteo, prenotando le mie vacanze e raccogliendo informazioni sul luogo che desidero visitare (Turisti per caso, Mondo Viaggi, Expedia); per fare shopping, in particolare tramite eBay; per socializzare tramite social network come Facebook e LinkedIn; per accedere a Google, a Google Maps e Google Earth. Infine uso moltissimo l’Instant Messaging per comunicare in tempo reale e il VOIP per risparmiare sui costi telefonici.

Quali passioni riesci a coltivare nel tuo tempo libero?

Il tempo libero non è mai abbastanza. Nei momenti di relax mi piace dedicarmi alla lettura di un buon libro, in particolare la sera. Sono una motociclista, preferisco la moto o lo scooter alla macchina per i miei spostamenti perché permettono di muoversi più agilmente e velocemente e mi regalano un grande senso di indipendenza e libertà. La mia passione più grande è viaggiare e appena ho la possibilità cerco “scappare” dalla città anche solo per il weekend. Le mie mete preferite sono quelle lontane e insolite, amo visitare nuovi posti e entrare in contatto con nuove culture.

Che consiglio daresti alle Girl Geek che vogliano seguire una carriera come la tua?

E’ importante scegliere una formazione adatta alle proprie passioni e inclinazioni. Indispensabile è avere un’ottima padronanza della lingua inglese, soprattutto se si lavora per una multinazionale e in un settore come l’ICT. E’ importantissima la gavetta, per vivere in prima persona ogni processo, imparare iniziando dalle mansioni più operative e maturare le proprie competenze. Infine, consiglio di non lasciarsi scoraggiare alla prima difficoltà ma avere tanta forza d’animo, associata a molta tenacia e buona volontà.

Grazie ad Angela per la sua disponibilità.

Volete suggerirci qualche Girl Geek per le nostre interviste? Scriveteci a

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Il genio delle donne

Pochi giorni fa è arrivata in redazione la segnalazione di un concorso per donne inventrici/innovatrici.

Ci è sembrata interessante, anche perché siamo certe fra di voi ce n’è sicuramente qualcuna.

Siete pronte a partecipare? Vediamo un po’ di cosa si tratta.

“Il genio delle donne: invenzioni e innovazioni made in Italy”

E’ un’importante iniziativa per tutte le donne in occasione dell’anno Europeo della Creatività e dell’Innovazione. Inventrici e innovatrici italiane con le loro straordinarie storie di nuove idee, nuove imprese e nuove abilità nel ripensare e trasformare il presente nella scienza, nella tecnologia, nella comunicazione, nel design, nell’arte, nella moda: Milano ospiterà dall’11 giugno all’11 luglio 2009 “Il genio delle donne: invenzioni e innovazioni made in Italy“, una serie di eventi promossi dall’ITWIIN (Associazione italiana delle donne inventrici e innovatrici) e destinati a valorizzare la creatività, le esperienze e il ruolo delle  donne nell’innovazione.

Il progetto mira ad approfondire pratiche e politiche in grado di sostenere ed assistere le donne nei processi di invenzione e innovazione, favorire il lavoro creativo delle donne nella ricerca e nell’imprenditoria innovativa, premiare il talento femminile italiano nella creazione di nuovi prodotti, processi e servizi.

Il Premio ITWIIN 2009

Nella manifestazione milanese si colloca infatti anche la prima edizione del Premio ITWIIN, il cui bando (scadenza il 15 maggio) è disponibile nel sito.

L’iniziativa ITWIIN precede e prepara quella europea dell’omologa associazione EUWIIN: l’”European Women Inventors & Innovators Network Exhibition, Conference & Award Ceremony”, che si terrà a Helsinki, dal 7 al 9 Ottobre 2009.

In pratica possono partecipare inventrici (che abbiano depositato un brevetto) oppure innovatrici, per queste ultime basta essere imprenditrici o socie d’impresa nell’accezione più vasta dei termini e le libere professioniste iscritte ad albi professionali o lavoratrici atipiche o autonome, operanti nel pubblico o nel privato.

Il termine di presentazione delle domande è il 15 maggio 2009.

L’iniziativa è segnalata anche dalla rivista Galileo: Giornale di Scienza e Problemi Globali,e dalla community online di Eccellenze al femminile.

OT

Sulla community online di Eccellenze al femminile ho trovato un paio post interessanti che si riallacciano al mio ultimo post:

  • Pari opportunità per le donne all’estero
  • Equal Pay Day

Pure Obama ha fatto un intervento poche settimane fa su Equal Pay! Ma qui in Italia? Voi avete mai sentito parlare di iniziative analoghe nel nostro paese?

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Piccolo vademecum per la realizzazione di un’applicazione per iPhone (secondo me)

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Juliette Bellavita consulente e blogger, sta portando a termine un’applicazione per iPhone legata alla cucina  e sta iniziando ad occuparsi dello sviluppo di un sito/applicazione iPhone legato al mondo dei viaggi.

Sviluppo-applicazioni-per-iphoneIo amo l’iPhone. E’ stato un colpo di fulmine e quando l’ho visto per la prima volta sono letteralmente rimasta a bocca aperta per il suo design incredibile oltre che per le potenzialità rivoluzionarie della piattaforma, quasi senza limiti.

Geo localizzazione, data always on, fotocamera, sensori di prossimità e movimento, il tutto racchiuso in  uno schermo sensibile e multi touch da 320×480, sempre a portata di mano.

Divertimento e utilità dunque, ma non è finita qui. Con l’iPhone tutto è possibile, anche diventare un piccolo sviluppatore indipendente e entrare nel business iniziando a ricavare qualche dollaro sin da subito, o in molti altri casi qualche migliaio di dollari, come ha fatto Smule che con la sua Ocarina da 0,79 € ha ricavato ben 800.000 dollari.

Sviluppare un’applicazione dunque. Ma da dove si inizia?

Ecco una piccola scaletta di alcuni fondamentali passaggi:

  1.  Avere un’idea (valida)
  2. Sfruttare le potenzialità dell’iPhone il più possibile. Concentratevi su tutte le funzionalità del device, non fermatevi a quanto si può fare su web, pensate in grande e cercate di sfruttare la tecnologia di cui disponete applicandola alla vostra idea di base
  3. Fare attenzione all’interfaccia. Ragionate sulle limitate dimensioni dello schermo, sulle possibilità d’uso del multitouch e soprattutto sulle linee guida di Apple che sono abbastanza restrittive.
  4. Definire il target al quale l’applicazione si indirizza. Possiamo anche pensare di costruire una applicazione super sofisticata e potente ma interesserà ai possessori di un telefono mobile? Oppure è meglio pensare a qualcosa di divertente, simpatico e comunque utile?
  5. Essere creativi. Prima di lanciarvi nello sviluppo di un’applicazione date un’occhiata a cosa è già stato prodotto;  con oltre 35.000 applicazioni già rilasciate sull’AppStore, il rischio di pensare a qualcosa di già fatto è alto, molto alto. Cos’è meglio? Creare la centocinquatesima versione del Sudoku o fare qualcosa di relamente innovativo?

Una volta definite queste cose e trovata l’idea di base ecco che cosa bisogna fare per iniziare a realizzare la propria applicazione:

  1. Procedere con l’iscrizione al dev program di AppleCon 100$ circa di abbonamento si entra nel gruppone di sviluppatori Apple iPhone. Tutto ciò che dovrete fare è compilare un form, usare la vostra carta di credito e inviare un paio di fax se si vogliono distribuire applicazioni a pagamento.
  2. Essere molti scupolosi sul design dell’interfaccia. Come diceva qualcuno (ma figuriamoci se mi ricordo il nome) all’ultima conferenza degli sviluppatori Apple a Roma, il 60% del tempo necessario allo sviluppo di un’applicazione per iPhone sarà dedicato al design delle interfacce - operazione molto complessa su un dispositivo con una risoluzione ridotta.
  3. Affidarsi a un esperto per lo sviluppo. Un buon programmatore con esperienza nello sviluppo di applicazione per Mac OS X è sicuramente di aiuto. L’ambiente SDK fornito agli sviluppatori è fatto molto bene ma la conoscenza accurata nella programmazione in Cocoa e Objective-C è fondamentale. Se non vi appartiene, chiedete a chi ne sa più di voi e tiratelo dentro al progetto.
  4. Non demoralizzarsi mai. Il processo d’invio dell’applicazione a Apple, la richiesta dei certificati e l’approvazione non sono sempre semplici, ma non perdete le speranze, prima o poi anche la vostra app finirà nell’AppStore.
  5. Fare marketing. Questa fase non va assolutamente sottovalutata; con quasi 40.000 applicazioni disponibili, farsi conoscere è fondamentale. Blog, social network, stampa, siti tradizionali, twitter, facebook, friendfeed, advertising. Usate ogni mezzo a vostra disposizione e se possibile trovatene di nuovi. Il passaparola è fondamentale.

Io la mia prima applicazione l’ho realizzata: si chiama Finger Cookboook e presto (se tutto va bene) sarà disponibile sull’App Store. 

E voi? Siete pronti per far parlare della vostra idea in tutto il mondo? Spero di sì. In tal caso raccontateci di cosa si tratta e sarò lieta di fare da beta tester.

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Donne e mondo del lavoro. Qualcosa sta cambiando? Lo stato dell’arte.

Cos’ha di tanto speciale una GGD?

Ad una girl geek dinners capita di fare nuove amicizie, di rivederne piacevolmente di vecchie, di farsi due risate, ma soprattutto di condividere esperienze, di confrontarsi su molto aspetti della nostra vita, soprattutto professionale.

Nuovi progetti, nuove scoperte, successi, ma anche situazioni poco piacevoli, discriminazioni in sede di colloquio, o al rientro da una maternità, quando ci si vede cambiare ruolo e mansione. O quelle più silenziose, come la disparità retributiva o di possibilità di carriera.

donne ai tavoli che contano, visto da AleBegoli, preso in prestito da European Professional Women’s Network)

Donne ai tavoli che contano, visto da AleBegoli, preso in prestito da European Professional Women’s Network

Al di là di questi episodi, come procede la nostra quotidianità lavorativa, l’organizzazione del lavoro ci permette di avere le stesse chance dei colleghi maschi?

Su questo argomento ho trovato online un’intervista fatta a Francesca Zajczyk, docente di sociologia all’Università di Milano Bicocca (nonché correlatrice della mia tesi di laurea in metodologia della ricerca sociale, ma questo ovvio non lo troverete mai nella sua biografia ufficiale :-) ) a cui è stato chiesto un parere in merito all’organizzazione del tempo nei luoghi di lavoro.

Le aziende hanno il “mito” della presenza fisica del lavoratore, al di là del rendimento: per esempio, convocano le riunioni nel tardo pomeriggio, penalizzando le mamme, o preferiscono le trasferte alla videoconferenza.

Qualche esempio di cambiamento culturale forse c’è. Alcune aziende, quasi sempre internazionali, permettono ai dipendenti che svolgono mansioni non esecutive di andare in ufficio solo alcuni giorni la settimana. Altre come il Comune di Bolzano, tengono aggiornate via email le dipendenti in maternità sulle novità dell’ufficio, per non farle sentire isolate e rendere meno traumatico il rientro.

Le aziende non hanno ancora ben compreso che mettere le persone in condizioni di lavorare meglio non è una concezione, ma un’opportunità che va a vantaggio della produttività.

Che cosa possono fare le donne?

Presidiare tutti i settori, i media, la politica, contando sul sostegno delle altre donne. E non esitare, ma continuare a chiedere concessioni. Prima o poi si trasformeranno in diritti.

Francesca Zajczyk è autrice di un saggio dal titolo La resistibile ascesa delle donne in Italia. Stereotipi di genere e costruzione di nuove identità, pubblicato nell’ottobre del 2007. Il risultato di questa ricerca sottolinea che qualcosa sta cambiando in Italia.

Sostiene nel suo blog Francesca Zajczyk presentando il suo libro:

Sempre più donne raggiungono alti livelli di istruzione, riuscendo ad inserirsi in posizioni elevate del mercato del lavoro. Donne che si sentono così pari agli uomini da non porsi nemmeno il problema della parità. Donne che riconoscono sempre più l’importanza e il valore delle proprie aspettative e dei propri progetti. Che credono nel loro lavoro, aspettandosi di ottenere adeguati riconoscimenti in termini di carriera, prestigio e guadagni. E che pensano che questa legittima aspirazione non debba comportare la rinuncia all’essere madri e alla qualità della propria vita.
[...]
Qualcosa sta cambiando, dunque; ma perché qualcosa cambi davvero occorre uno sforzo in più. Occorre rompere le “vecchie abitudini” degli stereotipi e dei ruoli femminili e maschili, attraverso nuovi percorsi di confronto fra diverse generazioni di donne e, soprattutto, attraverso un riconoscimento pubblico e politico. Occorre che la politica torni ad essere cinghia di trasmissione dell’innovazione sociale, partendo da nuove forme di rappresentanza che facciano propria una generalizzata filosofia di investimento sulle donne e riconoscano loro quel ruolo di agenti del cambiamento ormai evocato da molti, troppo spesso solo a parole.

Le ragazze ottengono in genere migliori risultati scolastici dei loro coetanei maschi e l’alta scolarità femminile è uno degli strumenti migliori di affermazione della propria indipendenza e autonomia. Oltre metà delle intervistate ha fatto esperienze all’estero sia di studio sia professionali, cosa che ha permesso loro non solo di intraprendere una carriera professionale di alto profilo, ma anche di confrontarsi con situazioni in cui la parità tra i generi è maggiormente praticata.

Eppure non solo in famiglia, ma anche nelle aziende certi stereotipi sono duri a morire: i settori tecnici e scientifici sono giudicati appannaggio maschile. In più, le statistiche ci dicono che, una volta conseguita la laurea, le donne mediamente guadagnano meno degli uomini. E questo anche con l’avanzamento della carriera.

Uguaglianza retributiva

E a proposito di salari la notizia di questi giorni arriva dalla Gran Bretagna: l’Equalities Bill, il progetto di legge sulle pari opportunità. Il governo britannico sembra voler prendere provvedimenti in materia con una legge. La notizia è di qualche giorno fa.

Nel Regno Unito il gap salariale tra uomini e donne è diminuito dal 21% del 1997 al 17,1% attuale, grazie soprattutto all’introduzione del salario minimo. Tuttavia, nel settore privato la disparità è tornata con forza, con una media del 22%.

Questa legge prevede che le aziende rendano noto quanto vengono pagati i dipendenti. Rivolta alle aziende con più di 250 dipendenti, mentre si riducono a 150 per il settore pubblico. A partire dal 2013, le aziende che non rispetteranno questi parametri, incorreranno in cause penali o civili.

E in Europa cosa succede?

La Commissione europea il 3 marzo 2009 ha lanciato una campagna in tutta l’UE contro le disparità retributive tra uomini e donne (Pay gap campaign). Complessivamente, nell’intera economia europea, le donne guadagnano in media il 17,4% in meno degli uomini.

Al centro della campagna, lanciata per sensibilizzare al problema della disparità salariale, discuterne le cause e i modi di risolverlo, c’è il semplice concetto di “stesso guadagno per un lavoro dello stesso valore“.

Vladimír Špidla, commissario UE alle pari opportunità, ha affermato:

La campagna mira a informare sui motivi per cui le donne in Europa continuano a guadagnare meno degli uomini (e in misura così ampia) e su quanto è possibile fare in proposito.

In questo momento della nostra vita economica, la parità tra uomini e donne è più importante che mai. Solo se raccogliamo il potenziale di tutti i nostri talenti possiamo fare fronte alla crisi.

La disparità salariale, riducendo reddito e pensioni durante la vita attiva delle donne, causa poi povertà in età avanzata. Il 21% delle donne di oltre 65 anni d’età rischia la povertà, contro il 16% degli uomini.

Sull’argomento è stato girato anche un documentario che illustra la situazione in Europa.

Donne e uomini nel processo decisionale.

Intanto, una nuova indagine effettuata per la Commissione, Women in European Politics - time for action*, conferma che le donne sono drammaticamente sotto rappresentate nei vertici decisionali dell’economia e della politica europea. Le banche centrali di tutti i 27 Stati membri dell’UE hanno un governatore maschio. La sotto rappresentazione delle donne ai livelli superiori è aumentata nelle grandi imprese: lì, quasi il 90% dei membri dei consigli di amministrazione delle principali imprese (le “blue-chip” dei listini di borsa) sono uomini - cifra a mala pena migliorata negli ultimi anni.

Per una fotografia sulla situazione in Italia vi rimando al post di Paola, Rapporto Cerved: Le donne al comando delle imprese Italiane, a quello di Alessandra, che cita un post di Anna Zavaritt davvero interessante.

E quindi?

Cosa può fare ognuna di noi per migliorare la situazione?

Empowerment, lobbying, o bastano qualità personali come tenacia, impegno e caparbietà?

Il dibattito è aperto ;-)

* Al momento della stesura di questo post il server che ospita il documento è momentaneamente inaccessibile. Il link è giusto, come riportato da google search e vari altri siti.

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Salva il mondo con il tuo pc: il calcolo distribuito a casa

La sera, prima di andare a dormire, spegnete il vostro computer? Lo lasciate aperto per scambiare le vostre poesie e le vostre foto attraverso il peer-to-peer file sharing? A pranzo fate partire lo screensaver? O lasciate il computer acceso durante il giorno quando fate il backup?

Perché non dare qualcosa di più e collaborare con il resto del mondo?

Cos’è calcolo distribuito (Distributed Computing)?

Il calcolo distribuito avviene quando tanti computer lavorano insieme per risolvere problemi o calcoli difficili, diventando una specie di super computer virtuale. Questi progetti sono organizzati e gestiti in tutto il mondo da scienziati, matematici e professori, ma anche voi potete contribuire direttamente al loro successo!

Ci sono centinaia di progetti attivi di calcolo distribuito e per la maggiore parte sono senza scopo di lucro e hanno bisogno di volontari per realizzare il progetto. Un volontario “dona” banda, tempo, processore (CPU/GPU), memoria (RAM) e spazio sul proprio disco fisso per un progetto.

Per esempio, un progetto richiede il calcolo di 405 milioni di somme. Senza un super computer sarebbe impossibile completarlo, o ci vorrebbero anni. Invece, se il vostro computer fa 20-100 somme, e il mio altre 100, insieme con altre centinaia di computer, un esercito di computer volontari riesce a farlo più veloce e a un costo minore o gratis per chi gestisce il progetto.

Il primo progetto di calcolo distribuito è GIMPS, Great Internet Mersenne Prime Search, nato in 1996, per la ricerca di nuovi numeri primi. Con questo progetto hanno scoperto 12 numeri primi negli ultimi 13 anni, il più recente a settembre 2008: 2 37.156.667-1, 13 milioni di cifre!

Come Funziona e Come Iniziare

Il calcolo distribuito viene eseguito da un’applicazione installata localmente sul vostro PC. Questa applicazione comunica con i server del progetto per scaricare dati, risorse e caricare risultati. Spesso un middleware viene utilizzato per gestire più progetti (e quindi le loro applicazioni) insieme o gestire il progetto attraverso tutte le risorse volontarie.

Avete sentito parlare dei software, le applicazioni che installate sui vostri computer. Gli hardware sono le periferiche che hanno uno spazio fisico dentro il vostro computer. Ma che cos’è un middleware? Un middleware è uno strato di applicazione in più che riesce a gestire più di un applicazione, condividere risorse e librerie di driver tra di loro, o gestisce la priorità dei processi di diverse applicazioni. Può essere utilizzato anche per gestire applicazioni attraverso diversi computer.

File:BOINC logo July 2007.svg

BOINC (Berkeley Open Infrastructure for Network Computing) è una piattaforma di middleware che permette a un volontario di partecipare facilmente nel calcolo distribuito perché l’interazione del progetto viene gestita completamente da lui. BOINC è il software più conosciuto e utilizzato** con più di 1,5 milioni di utenti (e 500.000 attivi in ogni momento) su tutti i loro progetti, ed è stato sviluppato dalla Berkeley University nel 2002, è open source e LGPL.

Quando il vostro computer è fermo per una durata che decidete voi (tipo 10 minuti), viene attivato un screensaver che comunica con il software installato localmente in modo da procedere con il calcolo distribuito. Un’altra configurazione possibile è dare al calcolo una priorità bassa e per non impattare le performance degli altri processi mentre lavorate normalmente.

Come iniziare con BOINC:

  1. Scegliere un progetto (c’è anche una lista di tutti i progetti di calcolo distribuito su Wikipedia)
  2. Scaricare e installare il software BOINC
  3. Inserire un indirizzo email e password (l’indirizzo non sarà pubblicato, serve solo per qualche comunicazione da parte del team del progetto).
  4. A questo punto al vostro computer vengono assegnati calcoli o compiti da fare dal task manager del progetto.
  5. Il vostro computer scarica dal server dei file dati eseguibili/applicazioni e/o file dati da utilizzare per fare calcoli.
  6. Completa i calcoli e carica i risultati sul server remoto.
  7. Il vostro computer richiede automaticamente nuovi compiti, basandosi sulle vostre preferenze.

**Potete anche partecipare a un progetto che non usa la piattaforma BOINC, alcuni sono disponibili come “stand-alone”, come GridMP che viene utilizzato da World Community Grid di IBM (ha 200.000 utenti).

Per ogni compito completato, c’è la possibilità di guadagnare crediti (il cui numero è determinato dalla difficoltà e/o risorse richieste per completarlo) che vengono aggiunti al vostro profilo di volontario. Potete ricevere altri compiti e procedere.

Alcuni progetti di calcolo distribuito

Ci sono centinaia di progetti attivi di calcolo distribuito in tutto il mondo – basta guardare la lista dei progetti di calcolo distribuito disponibile su Wikipedia per vedere tutte le possibilità. Tanti progetti appartengono a università e gruppi di volontari, e visto che BOINC è open source, un progetto può essere iniziato e lanciato da chiunque!

Ecco alcuni progetti interessanti e popolari:

  • SETI@ Home – Forse il progetto BOINC più conosciuto, la ricerca per è la ricerca di eventuali prove di trasmissioni radio provenienti da intelligenza extraterrestre.
  • Combattere il cancro o l’AIDS: Compute against Cancer (EN) - Help Conquer Cancer (EN) o combattere l’AIDS (EN)
  • Folding @ Home da Stanford University: lo studio di avvolgimenti, dissociazioni e aggregazioni delle proteine e delle loro relative incidenze sulle malattie  [ Wikipedia (IT) : Sito Ufficiale di Folding @ Home (EN) ]
  • Einstein @ Home : cerca segnali che evidenzino la presenza di buchi neri, pulsar e altri particolari tipi di stelle [ Einstein @ Home (EN) ]
  • o se preferite un approccio più divertente - Project Sudoku (EN) o (EN)
  • o più artistico: RenderFarm@Home (EN) per rendere grafici 3D, The Internet Movie Project (EN) – creare film animati di pubblico dominio.

Mini-FAQ su Calcolo Distribuito

  • È sicuro? Potrei essere a rischio di spam o virus?

Come tutti i software scaricabili da internet, potrebbero esserci dei rischi. Per ogni progetto verrai richiesto di scaricare file ed eseguibili per quel progetto in particolare. Date un’occhiata al sito e alle informazioni disponibili prima di decidere di partecipare a un progetto. Tanti progetti, però, hanno già migliaia di utenti e una reputazione forte e attendibile.

Comunque il rapporto volontario / progetto è basato molto sulla fiducia del progetto e che:

  • fornirà applicazioni che non danneggeranno il loro PC o invadere il loro privacy
  • è affidabile sul lavoro che viene fatto dalle sue applicazioni e come verrà utilizzato la risultante proprietà intellettuale
  • seguirà le appropriate procedure di sicurezza, così gli hacker non possono utilizzare il progetto come veicolo di attività maliziose.
  • C’è un impegno minimo per partecipare?

L’impegno lo decidete voi, vi collegate un giorno sì e un altro no. La vostra partecipazione è divisa in set di compiti, quindi potete completare i compiti attuali e poi smettere, o subito continuare con nuovi compiti.

  • Mi costerà partecipare?

Ovviamente ci possono essere dei costi per elettricità consumata dovuti al fatto che decidete di lasciare il PC acceso per partecipare al calcolo distribuito quando sarebbe altrimenti spento. Ma forse no. Quante volte avete lasciato il PC “per un momento” e poi tornate un mezz’ora o ore dopo? Questo tempo (e elettricità) “perso” è il benvenuto.

Migliorare il mondo avrà un costo comunque, e volete aiutare, no?

Altre Risorse

  • BOINC Italy- il portale italiano dedicato al calcolo distribuito (c’è anche un gruppo su Facebook) e i progetti supportati dal team
  • Calcolo Distribuito su Wikipedia e una lista di progetti calcolo distribuito
  • Grid Republic (EN): un’interfaccia online che aiuta nel processo di iscriversi e iniziare
  • International Science Grid this Week (EN) – un newsletter settimanale
  • Volunteer @ Home (EN) - info su come essere un volontario
  • Grid Cafè (EN) – un posto per imparare di grid computing da CERN.

Che aspettate? I vostri computer sono pronti a partecipare!

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I siti delle GGD in Italia

  • Girl Geek Dinners Milano
  • Girl Geek Dinners Roma
  • Girl Geek Dinners Marche
  • Girl Geek Dinners Bologna
  • Girl Geek Dinners Romagna

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